Con i CAM premialità e certificazioni per una sostenibilità concreta nelle costruzioni
Lorenzo Orsenigo presidente di AIS sottolinea con soddisfazione le novità contenute nel Decreto del Ministero della Transizione Ecologica relativo ai “Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi, per l’affidamento dei lavori per interventi edilizi e per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi”.
“Una forte attenzione al panorama europeo e alle indicazioni della Commissione orientano i nuovi CAM pubblicati qualche giorno fa sulla Gazzetta ufficiale. Lo scenario indicato dal nuovo provvedimento del MITE recepisce diverse innovazioni destinate a cambiare il mercato edile nel segno di una sempre maggiore sostenibilità. Innovazioni di contenuto, rispetto ai prodotti, ma anche guardando alle opere nel loro complesso; innovazioni di prospettiva e soprattutto sui fronti della premialità e della certezza della qualificazione degli operatori e a garanzia delle committenze e degli utenti finali, come descritto nel paragrafo 3.2.6.”
In particolare, il presidente sottolinea come le nuove norme recepiscano diverse proposte avanzate dall’Associazione nell’anno e mezzo di attività, puntando sul premiare aziende e operatori in grado di dimostrare, attraverso le certificazioni, prestazioni migliorative rispetto alle richieste delle stazioni appaltanti nei bandi di gara.
“Vanno in questa direzione – ricorda Orsenigo – le indicazioni rispetto ai prodotti e ai materiali in grado di ridurre gli impatti ambientali e i consumi energetici, ma anche la capacità di guardare alla LCA dell’opera, oltre che ai singoli materiali utilizzati nel processo costruttivo. Un approccio che avevamo sollecitato nel primo position paper predisposto da AIS dedicato alle Next Gneration EU e che sta trovando pieno riscontro nella più recente produzione normativa e di indirizzo sia del MITE che del MIMS. Per quanto riguarda il riconoscimento e le premialità previste per i prodotti, esse risultano particolarmente rilevanti sul fronte delle infrastrutture nel caso ad esempio del ricorso a calcestruzzi in grado non solo di rispettare il 5% di riciclato, ma anche di ridurre l’impronta carbonica o di fornire ulteriori soluzioni in grado di migliorare le prestazioni ambientali, come evidenziato nello studio dedicato ai calcestruzzi sostenibili da noi recentemente divulgato.”
Il presidente di AIS ritiene poi particolarmente rilevante l’inserimento non formale agli ESG.
“L’aver previsto una premialità per chi soddisfa nel proprio operare alcuni criteri non solo di carattere ambientale ma anche sociale e di governance, sulla base dell’applicazione di schemi che si basano sulla più recente normativa e garantiti da accreditamento, costituisce una indicazione destinata a contribuire a una sempre maggiore qualificazione dei diversi operatori delle costruzioni verso una crescita in termini competitivi e in grado di guardare al futuro riducendo i rischi ambientali e sociali come indicato dalla tassonomia europea. Questo approccio è destinato da un lato a premiare le aziende che porranno al centro della loro strategia gli ESG, dall’altro stimolerà il mercato finanziario a guardare a schemi indipendenti e di terza parte come il citato Get it Fair, anche da noi richiamato nel Position paper dedicato all’importanza degli ESG per il mercato delle infrastrutture.”
Fonte: Ingenio
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Per una sempre maggiore sostenibilità delle nostre infrastrutture
“Per l’Italia lo sviluppo e la messa in sicurezza delle infrastrutture sarà una sfida chiave dei prossimi anni se si vorrà realmente essere competitivi e adeguati agli standard europei. È impensabile che le future infrastrutture vengano progettate e realizzate senza applicare i più avanzati criteri di sostenibilità. La dotazione di infrastrutture rispettose dei principali obiettivi previsti e adottati a livello europeo e internazionale per tutte e tre le dimensioni della sostenibilità – ambientale, sociale ed economica – è un’esigenza posta dalle collettività, dagli stakeholder e soprattutto degli investitori. Come progettare e realizzare un’infrastruttura sostenibile? E come misurarne la sostenibilità? Quali provvedimenti legislativi mettere in campo per favorire questi processi? Sono queste le domande alle quali devono dare una risposta seria i partiti che si affacciano alla prossima campagna elettorale. E l’elettore si attende non parole vuote, ma proposte serie e motivate, supportate da contenuti e strumenti attuativi.”
Così Lorenzo Orsenigo, Presidente di AIS, Associazione Italiana per la Sostenibilità delle Infrastrutture, richiama l’attenzione delle forze politiche sull’importanza di accelerare il processo normativo e di incentivazione per l’utilizzo di strumenti concreti a sostegno di una sempre maggiore sostenibilità nella progettazione, costruzione e gestione delle infrastrutture del Paese, lanciando 5 specifiche proposte in materia di lavori pubblici:
1. Proseguire sulla strada del varo di Linee guida volte a favorire il ricorso a protocolli e sistemi di rating per valutare e misurare il livello di sostenibilità di un progetto e di una infrastruttura a cui collegare percorsi autorizzativi privilegiati e veloci in caso di loro applicazione
2. Prevedere sistemi di incentivazione e premiali per un’accelerazione dell’utilizzo della digitalizzazione a sostegno della sostenibilità (diffusione di nuove tecnologie e strumenti digitali) e come fattore fondamentale per la qualificazione delle stazioni appaltanti
3. Definire e varare un programma Costruzioni 4.0 con l’obiettivo di favorire la transizione verso modelli produttivi più innovativi ed orientati all’economia circolare e alla gestione sostenibile di tutte le risorse
4. Selezionare gli operatori della filiera guardando alla loro propensione verso la sostenibilità e la responsabilità sociale promuovendo l’utilizzo di modelli e schemi di misurazione dei rating ESG affidabili, credibili e basati su una valutazione indipendente di terza parte.
5. Inserire nel sistema normativo attuale riferimenti e regole volte ad ampliare gli strumenti di dialogo e di coinvolgimento degli stakeholder e delle comunità locali fin dalla pianificazione di una infrastruttura.
“Proposte – prosegue il Presidente Orsenigo – che sono il risultato di un lavoro di analisi e di elaborazione fondato su esperienze concrete, praticate dalle principali aziende italiane, per qualità e indipendentemente dalla dimensione, riassunte in monografici Position paper, che se trovassero riscontro a livello parlamentare e di Governo potrebbero dare risposte concrete alle domande sopra poste. Così da assicurare livelli adeguati di sostenibilità ad opere essenziali al benessere dei cittadini e alla competitività del nostro sistema economico. Chiunque sarà il vincitore delle prossime elezioni non potrà esimersi da affrontare queste tematiche essenziali per il nostro Paese”.
Contatti: Andrea De Bortoli – vicedirettore@infrastrutturesostenibili.org | 333.3608090
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Il contributo del calcestruzzo alla sostenibilità delle infrastrutture
Nelle infrastrutture l’impatto e il valore del calcestruzzo, insieme all’acciaio che lo arma è particolarmente rilevante. Ne consegue che le sue caratteristiche, i processi che sono a monte della sua produzione e le modalità del trasporto hanno un’incidenza significativa sulla realizzazione di opere infrastrutturali sempre più sostenibili.
Minimizzare gli impatti dei processi produttivi e ottimizzare il contributo dei materiali alla sostenibilità delle opere sono gli obiettivi attorno ai quali si sviluppano le strategie della filiera verso risultati sempre più ambiziosi. Ed è qui che AIS intende dare il suo contributo tecnico e culturale coinvolgendo i propri soci che di fatto rappresentano tutti i soggetti coinvolti nelle scelte sui materiali da utilizzare, ad iniziare proprio dal calcestruzzo, nella progettazione e nella costruzione di un opera infrastrutturale.
Ecco che allora diventa importante valorizzare la produzione e diffusione di calcestruzzi sempre più sostenibili. Conoscere e valutare i risultati che questi nuovi calcestruzzi, in grado di coniugare soluzioni innovative e sempre più rispondenti a specifiche esigenze con processi produttivi più sostenibili, consentono. In quanto essi costituiscono un patrimonio che se utilizzato può contribuire concretamente a una sempre maggiore sostenibilità nella costruzione di nuove infrastrutture.
La pubblicazione da parte di AIS di un Position paper dedicato a “Il contributo del calcestruzzo alla sostenibilità delle infrastrutture” ha l’obiettivo di condividere innanzitutto con le stazioni appaltanti, alcune delle quali coinvolte nella redazione del documento, le potenzialità da un lato e le modalità di valutazione prestazionale dall’altro dell’offerta attuale di calcestruzzo. Un’offerta ampia, articolata, qualificata che se legata a schemi e protocolli di parte indipendente, facilita e consente alle committenze e al mondo della progettazione soluzioni in termini di contenimento degli impatti ambientali e di durabilità delle opere.
La variegata partecipazione di rappresentanti di aziende, imprese, società dell’intera filiera, dalle stazioni appaltanti ai produttori, passando per le società di ingegneria e di progettazione e per le imprese edili, ha consentito di condividere uno scenario caratterizzato da significative potenzialità di offerta e l’esigenza di una domanda più consapevole e più aperta a utilizzare l’innovazione e ad orientare così la produzione nella direzione di una sempre maggiore sostenibilità.
Il documento offre un quadro informativo dettagliato di quanto oggi offra il mercato, sia rispetto alle tipologie di calcestruzzi sostenibili sia per quanto riguarda la disponibilità di strumenti di verifica e di certificazione. Si tratta di uno strumento prezioso e propedeutico alla costruzione di una vera e propria roadmap, per arrivare a creare le condizioni per sostenere un’accelerazione nella scelta e nell’utilizzo di calcestruzzi sempre più sostenibili, in funzione e a misura degli obiettivi da perseguire per le diverse tipologie di infrastrutture. Una roadmap finalizzata a fornire precise risposte soprattutto rispetto a tre ambiti specifici di sostenibilità: l’economia circolare; la capacità di resilienza e di durabilità dei calcestruzzi; la riduzione dell’impronta carbonica.
Per richiedere gratuitamente il Position Paper cliccare qui.
Read MoreIn consultazione le Linee guida di valutazione della sostenibilità delle strade
Saranno in consultazione pubblica fino al 30 luglio le nuove Linee Guida Operative per la valutazione delle opere pubbliche relativamente al settore stradale.
Di seguito il commento positivo di Lorenzo Orsenigo, presidente di AIS – Associazione Italiana per la Sostenibilità delle Infrastrutture.
Orsenigo: un altro tassello importante verso una concreta sostenibilità delle infrastrutture
Il MIMS ha posto in consultazione pubblica fino al 30 luglio, le nuove Linee Guida Operative per la valutazione delle opere pubbliche relativamente al settore stradale. Con l’obiettivo di acquisire un ampio consenso su uno strumento di verifica della sostenibilità di questa tipologia di opere.
Si tratta di un documento articolato, che riprende i principi e gli indirizzi maturati in questi anni partendo dai 17 Goal dell’Agenda Onu, passando per il Green Deal fino alla regolamentazione relativa alla tassonomia e al raggiungimento degli obiettivi collegati al principio del Do No Significant Harm (DNSH).
Per il presidente di AIS, l’Associazione Italiana per la Sostenibilità delle Infrastrutture, Lorenzo Orsenigo “siamo di fronte a un documento in linea con il percorso avviato dal ministro Giovannini e dal ministero, che da un lato recepisce il quadro europeo e ne definisce le modalità di applicazione e dall’altro inserisce nel quadro nazionale strumenti e principi decisamente innovativi.”
Le linee guida dedicate alle strade sono in stretta coerenza con quanto previsto dal nuovo PFTE, con l’introduzione della Relazione di sostenibilità e l’attenzione alla digitalizzazione, e forniscono precise indicazioni su come concretamente perseguire gli obiettivi legati al cambiamento climatico, entrando nel merito degli indicatori con cui confrontarsi.
Leggi articolo completo su ingenio.it
Consulta le linee guida operative del MIMS
Read MoreLa nuova frontiera degli investimenti in infrastrutture
La nuova frontiera degli investimenti in infrastrutture: sostenibilità, responsabilità sociale e nuovi modelli di governance.
L’acronimo ESG sta per Environmental, Social, Governance e si utilizza in ambito economico e finanziario per indicare tutte quelle attività legate all’investimento responsabile che perseguono gli obiettivi tipici della gestione finanziaria, tenendo in considerazione aspetti di natura ambientale, sociale e di governance.
Anche in Italia gli investitori prestano sempre maggiore interesse ai fattori ESG. E il riferimento è costituito dal Bilancio sociale, Report CSR – Rendiconto della Corporate Social Responsibility, conosciuto in Italia anche come Bilancio di Sostenibilità a cui si lega una Dichiarazione non finanziaria. La scelta di perseguire un percorso di sostenibilità ambientale consente di creare prodotti e servizi più efficienti sul piano dei consumi e di rendere disponibili nuove fonti di energia pulita.
L’impegno per affrontare adeguatamente i mutamenti climatici può gettare le basi di una nuova era all’insegna dell’innovazione, dell’innalzamento delle competenze, di migliori opportunità di lavoro e di una crescita economica, duratura e inclusiva. È da queste premesse che AIS – l’associazione italiana per la sostenibilità delle infrastrutture – ha avviato una riflessione per valutare in che modo e misura la filiera delle infrastrutture stia sviluppando un percorso innovativo in una logica ESG.
Autore: Alfredo Martini – AIS
Per leggere l’articolo completo: blog.italcementi.it
Per richiedere il documento: AIS Position Paper n. 3
Read MoreIl Ministro Enrico Giovannini è intervenuto al convegno di AIS, Area Science Park e Ance Friuli Venezia Giulia
“PER UNA CONCRETA E MISURABILE SOSTENIBILITÀ DELLE INFRASTRUTTURE”
“La sostenibilità applicata alle infrastrutture, si traduce in qualità della vita per i cittadini, maggiore competitività per le aziende, accessibilità, efficienza e fruizione delle opere a livello sociale e territoriale nell’ottica anche della rigenerazione urbana ed è fin dalle fasi della progettazione, se non ancor prima, che il valore della sostenibilità deve essere introdotto. Privilegiando i concetti di economia circolare”. Ad affermarlo è stato il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) Enrico Giovannini – in una video intervista in occasione del convegno “Per una concreta e misurabile sostenibilità delle infrastrutture“ svoltosi il 30 giugno al campus di Area Science Park di Trieste.
“La svolta green avvenuta in Parlamento con nuove politiche – ha affermato il Ministro- testimoniata anche dalla decisione di introdurre in Costituzione il principio di tutela dell’ambiente e della biodiversità, sta spingendo il privato verso una rinnovata coscienza collettiva che si traduce in una Responsabilità Sociale d’impresa sempre più in sintonia con gli obiettivi ESG”. “Lato pubblico – ha proseguito Giovannini – come Ministero stiamo facendo da apripista e stiamo cogliendo le opportunità date dal PNRR per introdurre cambiamenti profondi nella predisposizione dei progetti di fattibilità tecnico economica, ad iniziare dall’obbligatorietà di redazione di una relazione di sostenibilità”. “Cogliendo inoltre l’indicazione europea del principio del Do No Significant Harm (DNSH) e cioè che gli interventi previsti dai PNRR nazionali non debbono arrecare nessun danno significativo all’ambiente, deve diventare regola che tutte le nuove opere vengano fatte in ossequio a questo criterio. “Un processo che prevede pertanto – ha concluso Giovannini – che sia i principi che le modalità di attuazione della sostenibilità, obiettivi del Green Deal, trovino piena rispondenza nella nuova legge delega sui contratti pubblici, portandoli a regime ben oltre il PNRR.”
Al centro dei lavori del convegno la “misurabilità” della sostenibilità e l’importanza della scelta da parte di alcune delle maggiori stazioni appaltanti pubbliche e private di far riferimento a un protocollo di sostenibilità. Un processo virtuoso destinato a posizionare l’Italia all’avanguardia nella progettazione e realizzazione di infrastrutture sempre più sostenibili, sicure, durabili e resilienti ai cambiamenti climatici. Un vantaggio per l’ambiente, per l’economia, ma anche per i cittadini che possono contare su infrastrutture fruibili ed efficienti. In questo modo la sostenibilità diventa un “valore” strategico misurabile attraverso criteri chiari e certificati.
Il ricorso a un protocollo specifico, come nel caso di Envision, l’unico attualmente adottato nel nostro Paese, permette di contribuire al soddisfacimento di quanto richiesto dalla relazione di sostenibilità dell’opera prevista dal PFTE. Come ha sottolineato il Ministro “il ricorso a strumenti di valutazione indipendenti e trasparenti consentirà di favorire una competizione al rialzo tra gli operatori. Per questo sarà necessario individuare e inserire nei decreti delegati relativi ai contratti pubblici elementi di condizionalità e premiali così che alcuni principi diventino elementi strutturali e non di contorno nel modo di progettare e di costruire.”
In poco più di due anni nel nostro Paese si è fatto ricorso al protocollo di sostenibilità per realizzare alcune importanti opere ferroviarie come nell’ambito della Napoli – Bari le tratte Frasso Telesino – S. Lorenzo e Apice – Orsara; o il 1° Lotto Funzionale Apice – Hirpinia, con la costruzione della nuova stazione Hirpinia e il potenziamento dell’accessibilità delle aree interessate. Sul fronte stradale invece il Passante autostradale di Bologna.
Il convegno di Trieste, al quale hanno preso parte Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome; Caterina Petrillo, Presidente Area Science Park; Lorenzo Orsenigo, Presidente di AIS, Zeno D’Agostino, Presidente dell’Autorità di sistema portuale del mar Adriatico orientale e Andrea Nardinocchi, AD di Italferr – Gruppo FS, ha rappresentato un’occasione di confronto tra il mondo della ricerca, delle infrastrutture e dei trasporti in un’ottica di condivisione intorno a politiche, a casi concreti e ad azioni intraprese verso una sempre maggiore sostenibilità di processi, investimenti e opere.
Per leggere l’intervista integrale cliccare qui
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La digitalizzazione delle norme deve essere alla portata di tutti
Intervista a Ruggero Lensi (CEN) sulla digitalizzazione delle norme: “Vogliamo che siano a portata di tutti”
Già da tempo AIS ha iniziato un percorso di sensibilizzazione sulla digitalizzazione delle norme, coinvolgendo anche altre enti, come UNI e One Team, ma anche il CEN, l’ente europeo di normazione, presieduto dal 2019 da Ruggero Lensi.
Nell’intervista Lensi spiega le fasi del percorso di informatizzazione, che prima ha riguardato il passaggio delle norme dal cartaceo al digitale e lo sviluppo nell’utilizzo di piattaforme di condivisione, ‘agevolato’ dalla pandemia. Il prossimo passo sarà quello di rendere le norme il più possibile accessibili a tutti.
AIS ha nei mesi scorsi avviato un percorso di sensibilizzazione sul tema della digitalizzazione delle norme. Il punto di partenza è il position paper varato da un apposito gruppo di lavoro coordinato dal presidente di One Team, Riccardo Perego. Ai lavori ha partecipato anche in rappresentanza dell’UNI l’architetto Marco De Gregorio.
Acquisire la consapevolezza dell’importanza di scegliere un approccio nuovo nell’impostare un processo di normazione costituisce un passo fondamentale. Questa consapevolezza oggi è parte di un’attività strategica in ambito CEN, l’ente europeo di normazione. Si tratta di un processo avviato da pochi anni, ma che è destinato a incidere sul modo di lavorare e di impostare l’elaborazione normativa anche nel nostro Paese.
Ciò è tanto più vero se si considera che alla guida, con il ruolo di presidente, del Digital and IT Strategic Advisory Group in ambito del CEN-CENELEC/DISTAG, dal 2019 è stato eletto Ruggero Lensi, direttore generale di UNI, l’ente italiano di normazione.
Per leggere l’intervista completa a Ruggero Lensi, a cura di Alfredo Martini, cliccare qui.
Read MoreAssemblea ordinaria AIS 2022
L’11 maggio i soci si sono riuniti a Milano per fare il punto sullo stato di salute dell’Associazione. È stata l’occasione per tornare a confrontarsi in presenza e riflettere sulle molte iniziative portante avanti nel 2021.
Lo sforzo compiuto nella redazione di position paper su temi specifici come la digitalizzazione delle norme o i criteri ESG nelle infrastrutture ha conferito riconoscibilità e reputazione alla nostra Associazione, che vede accrescere ogni mese la propria base associativa.
Per il secondo semestre del 2022 ci sono molti progetti ed eventi in programma, non resta che seguire i nostri canali ufficiali per rimanere aggiornati.
Read MoreAIS patrocina l’Envision Conference
Visto l’alto valore informativo e culturale per il settore delle costruzioni la nostra associazione ha deciso di concedere il patrocionio alla seconda edizione della conferenza, che pone centro dei lavori il tema cardine della rendicontazione dei risultati di sostenibilità a fronte dell’evoluzione degli indirizzi e delle norme europee e nazionali e del contributo offerto da Envision.
Interverranno il Presidente Orsenigo, il Direttore Martini e il Consigliere Mancone.
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Read MoreInfrastrutture e cambiamenti climatici, i punti salienti del documento MIMS: ne parlano Martini (AIS) e Tanelli
Con il rapporto dedicato a “Cambiamenti climatici, infrastrutture e mobilità” il MIMS ha messo a disposizione non solo un utile strumento di analisi su come approcciare un tema centrale, strettamente collegato anche al raggiungimento degli obiettivi del PNRR, ma anche ha fornito preziose indicazioni di indirizzo e metodologiche.
In particolare, nel capitolo 5, dedicato a “Tecnologie, disegno e riorganizzazione delle infrastrutture e della mobilità per la resilienza e l’adattamento ai cambiamenti climatici” è possibile trovare una molteplicità di spunti e di indicazioni per i diversi stakeholder. Per capire come un documento così articolato e ricco di informazioni possa essere preso a riferimento e aiutare chi oggi si trova ad operare sul mercato delle infrastrutture prevalentemente di mobilità, riportiamo il colloquio tra il direttore di AIS, l’Associazione italiana per le infrastrutture sostenibili, Alfredo Martini e la professoressa Mara Tanelli docente di Automatica (ed esperta di progetto di sistemi di controllo in ambito Automotive e di Smart Mobility) al Politecnico di Milano che ha collaborato al rapporto e ne ha coordinato il capitolo 5.
Tanelli: Il rapporto della Commissione Carraro, a cui ho contribuito soprattutto relativamente al tema dell’adattamento e della resilienza ai cambiamenti climatici delle infrastrutture, nasce da una richiesta specifica del ministro Giovannini di cercare di dare delle risposte concrete a due esigenze in particolare. La prima di non nascondere la complessità del tema, ma non per spaventare, bensì per invitare a “gettare il cuore oltre l’ostacolo”. La seconda per fornire un quadro organico e sistematico di tutti gli elementi che si debbono considerare per affrontarlo. Come si comprende immediatamente si tratta di due aspetti strettamente collegati tra loro.
E’ stato fatto un grande lavoro relativamente alla letteratura scientifica e divulgativa esistente in materia di infrastrutture e cambiamento climatico, coinvolgendo competenze molto diverse, non soltanto di tipo tecnico o ingegneristico, ma anche relative ai temi sociali ed economici, e prettamente ambientali. Penso ad esempio all’importanza degli impatti che le infrastrutture hanno sulla natura o sul paesaggio. Da qui l’ineluttabile necessità di approfondire, ma anche di individuare ed evidenziare le interconnessioni esistenti tra i diversi aspetti e tra le diverse problematiche.
Un elemento che ha riguardato anche la stesura dei diversi capitoli e che ha richiesto una grande attenzione ai dettagli. Ed è così che alla fine il volume rispecchia ampiamente proprio quella complessità che non solo non va negata ma che deve costituire un prezioso riferimento per prendere le decisioni giuste e ancora di più per operare in forte sinergia, sia a livello di Governo e delle istituzioni, che a quello della filiera e del mercato.
Martini: Mi sembra di capire che, per dare valore e significato al grande lavoro svolto, diventa ora essenziale aprire una nuova fase, che non può che essere a livello interministeriale, attivando momenti di dialogo e di confronto anche strutturati su singole tematiche. Egualmente, affinché quanto contenuto nel rapporto finisca per essere condiviso dal mercato diventa necessario trovare delle modalità per confrontarsi con la filiera degli stakeholders, così da favorire un percorso comune.
Penso a iniziative che aiutino sia a condividere un linguaggio e una cultura rispetto alla complessità del fenomeno del cambiamento climatico, così come rispetto agli strumenti e alle “cose da fare”. Un passaggio quanto mai utile per favorire disposizioni e linee guida, ma anche norme che siano comprese e ritenute utili ed efficaci fin dalla fase di impostazione.
Su questo credo che AIS possa sicuramente offrire un contributo proprio per le sue caratteristiche di associazione tecnica e culturale, fondata sulla metodologia della condivisione tra le eccellenze imprenditoriali della filiera impegnata sul fronte della sostenibilità delle infrastrutture. Penso ad esempio all’importanza di mettere al centro il concetto di “climate proofing” delle diverse infrastrutture, in un’ottica di “transformative resilience” rispetto al cambiamento climatico, che mi sembra costituisca uno dei principali pilastri dell’approccio da voi proposto.
Tanelli: Alla base del “climate proofing” vi è la constatazione che quando si parla di cambiamento climatico si intende qualcosa di dinamico, in divenire. E quindi quando si approccia un progetto infrastrutturale è necessario non solo fare delle valutazioni ex ante, bensì continuare a valutarne l’evoluzione nel corso del tempo e durante l’attuazione del progetto stesso.
Non solo, è anche necessario che queste valutazioni vengano proiettate sul futuro. Inoltre, poiché tutto è interconnesso, ecco che allora dobbiamo anche considerare i cambiamenti rispetto al contesto in cui l’opera viene progettata e costruita. Così come è molto importante che la valutazione dei rischi di questo tipo venga analizzata e messa in relazione anche alla durata del processo. Ovvero che si consideri e ci si confronti con una “transformative resilience”.
Pensiamo a quelli che sono i tempi medi nel nostro Paese dal momento in cui si pianifica una infrastruttura a quando viene messa a disposizione degli utenti, cinque, dieci, venti anni. E’ un invito a dotarsi di una capacità predittiva, a non fermarsi al momento in cui il finanziamento è stato deciso, nel caso di un’opera pubblica, bensì a valutarne l’evoluzione. Con un approccio di questo tipo intendiamo indicare come si dovrebbero affrontare i progetti di adattamento e resilienza.
Con il rapporto abbiamo anche voluto evidenziare come non esista una infrastruttura a se stante, essendo connesse tra di loro e interconnesse con il digitale, le filiere industriali, la ripercussione sull’ambiente naturale e sulla società. Abbiamo insistito molto sull’importanza di una logica sistemica rispetto alle infrastrutture. Ma per legare tutti questi aspetti diventa essenziale disporre di una ulteriore “infrastruttura” centralizzata di monitoraggio, collegata a dati consistenti e acquisiti con continuità, sulla base dei quali costruire poi degli indicatori oggettivi e misurabili. Un qualcosa che ancora non esiste, tutta da progettare e che, seppure sia un obiettivo portato avanti dal MIMS, ha bisogno di sforzi interministeriali per concretizzarsi.
Martini: Questa questione della misurabilità costituisce un nodo fondamentale. Come AIS l’abbiamo messa al centro delle nostre considerazioni su come raggiungere gli obiettivi del PNRR.
Crediamo, infatti, che solo riuscendo a farlo attraverso indicatori condivisi e oggettivi sia possibile rispondere adeguatamente e in modo trasparente alle richieste dell’Unione europea, riuscendo a quantificare i risultati attesi. Ma per fare questo è importante poter disporre di strumenti validati e riconosciuti da tutti, come i protocolli di sostenibilità. Ciò vale sia rispetto a un edificio che per una infrastruttura. Alcune esperienze fatte da importanti stazioni appaltanti come RFI, ad esempio sulla Napoli Bari, hanno contribuito a rendere più rispondente l’opera alle esigenze delle comunità locali e allo stesso tempo evidenziato il raggiungimento degli obiettivi secondo parametri chiari.
Del resto l’evoluzione in materia di indirizzi e di regolamenti da parte dell’Unione europea appare sempre più orientata in questa direzione. Penso al regolamento sulla “tassonomia” e sugli obiettivi legati al concetto di DNSH (non creazione del danno), che proprio per quanto riguarda la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici ha raggiunto un livello di dettaglio anche rispetto ai singoli indicatori che vanno valutati.
Tanelli: Non c’è dubbio che disporre di un sistema di indicatori condiviso aiuti moltissimo a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale, così come diventa molto importante legarli alle valutazioni economiche. Affinché si abbia una accelerazione dei processi di attenzione e di concreto adattamento ai rischi climatici è necessario che questi aspetti diventino parte della valutazione dell’investimento. Ed è quello che sta succedendo per quanto riguarda il mondo finanziario rispetto agli indicatori ESG.
Nel capitolo 7 del rapporto abbiamo analizzato proprio gli effetti positivi di strumenti di reporting che, se oggi vengono utilizzati soprattutto sul piano della reputazione, comunque costituiscono un passaggio obbligato verso qualcosa di più “sostanziale”, attraverso il ricorso a metriche standard e a sistemi di valutazione più oggettivi.
L’analisi di materialità collegata al regolamento europeo sulla tassonomia è alla base di questi percorsi. Vorrei anche aggiungere che se guardiamo soprattutto agli ultimi regolamenti del 2021 relativi al DNSH si riscontra una maggiore attenzione agli aspetti sociali che dovrebbero essere comunque ampliati. Ciò è decisivo in quanto può contribuire a orientare gli stakeholder verso il superamento di un’analisi meramente economica di rischi, costi e benefici, a favore dell’inserimento degli altri benefit ambientali e sociali. Quello che noi chiamiamo il metodo del triplo dividendo, che diventa l’oggetto di valutazione da parte dei finanziatori.
Martini: Vorrei sottolineare due altri temi che costituiscono gli altri pilastri della nostra associazione oltre alla misurabilità della sostenibilità e alla qualificazione degli operatori in una logica ESG: la digitalizzazione e l’uso di materiali sostenibili. Aspetti che il rapporto affronta evidenziandone l’importanza. La digitalizzazione costituisce un fattore essenziale per poter affrontare adeguatamente i cambiamenti climatici con un atteggiamento resiliente. E ampie sono le sue potenzialità e gli ambiti a supporto del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità in ambito infrastrutturale.
Lei ha già accennato alla necessità di disporre di una piattaforma in cui vengano raccolti i dati informativi su progetti ed opere.
Uno strumento in grado di aiutare a gestire in maniera sistemica la politica infrastrutturale. Così come l’ampia gamma delle tecnologie e delle soluzioni digitali possono contribuire a rendere capillare il monitoraggio predittivo. Egualmente, sotto altri aspetti, penso al tema della decarbonizzazione.
Un processo di costruzione di una infrastruttura realmente sostenibile non può prescindere da una sempre più spinta selezione di prodotti e materiali sostenibili. Un tema su cui a breve come AIS intendiamo offrire un contributo concreto attraverso la proposta di una Road Map per spingere le stazioni appaltanti e la filiera a condividere strumenti e soluzioni in grado di accelerare questo processo.
Fonte: Articolo apparso su ingenio.web (14/03/2022)
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