Il caso Urgenda e la responsabilità giuridica degli Stati nella lotta al cambiamento climatico: il Presidente di AIS Lorenzo Orsenigo interviene su Ingenio
Il mese di marzo 2024 ha segnato un tragico record: è stato il marzo più caldo a livello globale mai registrato, con il decimo mese consecutivo di temperature anomale. Questi dati allarmanti evidenziano una realtà inconfutabile: i cambiamenti climatici sono una minaccia tangibile e crescente.
Come afferma il Presidente di AIS, Lorenzo Orsenigo, in un intervento all’interno di un articolo uscito su Ingenio, “non fare abbastanza per contrastare gli effetti del cambiamento climatico sulla salute delle persone non è una dichiarazione generica, ma deve diventare un riferimento concreto di valutazione” sottolineando la necessità urgente di agire e riflettendo sulle implicazioni giuridiche e morali della nostra inazione.
I tribunali stanno riconoscendo sempre più chiaramente il legame tra cambiamento climatico e diritti umani, imponendo agli Stati l’obbligo legale di agire per proteggere l’ambiente e la salute pubblica.
Nel 2019, al termine del processo avviato dalla fondazione ambientalista Urgenda e sostenuto da più di 800 cittadini, la Corte Suprema olandese ha imposto al governo l’obbligo legale di ridurre le emissioni di gas serra per proteggere i diritti umani dei suoi cittadini.
Come si legge nell’articolo, il caso Urgenda nei paesi Passi ha dimostrato che le azioni legali possono essere strumenti efficaci nel contrastare il cambiamento climatico. La conferma definitiva è poi arrivata a seguito della recente condanna da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha stabilito che il Governo svizzero ha violato i diritti umani dei suoi cittadini non facendo abbastanza per contrastare il cambiamento climatico. Ora, in Italia, la riforma costituzionale offre una base giuridica solida per ulteriori azioni volte a promuovere la sostenibilità e a difendere il diritto alla salute delle generazioni presenti e future.
“Ed è in questo contesto che diventa essenziale, per prendere decisioni così importanti, dotarsi di strumenti in grado di misurare e quindi di verificare i risultati concreti in termini di impatto ambientale. Solo così sarà possibile per tutti rendersi conto di quello che si sta facendo e di conseguenza se si stia o meno facendo abbastanza” conclude Orsenigo.